Brano: « Monte Rosa », Divisione
sato la notte accanto alla piazzola della prima mitragliatrice puntata sulla strada di Almudebar, diede ordine a un’altra mitragliatrice di spostarsi in difesa dei fucilieri. Quindi prese un tascapane pieno di bombe e si diresse al fronte principale, ma fu mortalmente colpito da una raffica partita da un’autoblinda avanzata sulla strada.
I volontari italiani erano protetti da una discreta trincea, disgraziatamente non finita, mentre all’estrema sinistra vi erano dei semplici rialzi di terreno aggiustati un po’ per servire da riparo. Il fuoco nemico cresceva di intensità: il[...]
[...]rniti, di una coperta ogni 5 uomini. Ora che ci inoltriamo nella stagione autunnale avremo da preoccuparci seriamente della salute degli uomini ».
Per l’attività svolta durante la Guerra di liberazione è stato decorato della « Bronze Star ».
Dopo la Liberazione ha rivestito cariche politiche e sindacali in provincia di Parma.
Bibliografia: Guerrino Franzini, Storia della Resistenza reggiana, a cura deH'A.N.P.L di Reggio Emilia, 1966.
Monte Rosa
Massiccio montuoso delle Alpi Pennine, culminante con la Punta Dufour (4.638 m s.l.m.) e traversato dal confine italosvizzero. Sul versante italiano ne discendono, allargantisi a ventaglio, la valle Anzasca (in provincia di Novara) e la Vaisesia (in provincia di Vercelli), già sede di stanziamenti etnici tedescovallesani durante l’Alto Medioevo (sono ancora presenti vestigia dell’antica lingua « walser », sia nel dialetto che nella toponomastica). Durante la Guerra di liberazione operarono in queste valli importanti forze partigiane: nell’alta valle Anzasca, zona di Macugnaga, la 83a Briga[...]
[...] durante l’Alto Medioevo (sono ancora presenti vestigia dell’antica lingua « walser », sia nel dialetto che nella toponomastica). Durante la Guerra di liberazione operarono in queste valli importanti forze partigiane: nell’alta valle Anzasca, zona di Macugnaga, la 83a Brigata Garibaldi « Comoli », comandata da Dino Vicario (Barbis); nell’alta Valsesia presso Cervarolo, subito dopo l’8 settembre un gruppo di garibaldini al comando delle guide del Monte Rosa Giacomo Chiara (Jocu) e Leo Colombo;
in vai d’Ayas, il gruppo del tenente Cristoforo Cugnod (Rocco). Nell’alta Valsesia, a Rimella, nella primavera 1944 risiedette per breve periodo (in seguito a un rastrellamento) il Comando garibaldino di Vincenzo Moscatelli (v.). Attraverso i passi del Rosa, con l’aiuto di guide alpine e di contrabbandieri, negli ultimi mesi del 1943 si provvide all’espatrio clandestino di molte centinaia di militari alleati, salvandoli dai nazisti.
II significato ideale del Monte Rosa per il partigiano dell'Alto Piemonte si riflette nel titolo del noto libro di Piet[...]
[...]l gruppo del tenente Cristoforo Cugnod (Rocco). Nell’alta Valsesia, a Rimella, nella primavera 1944 risiedette per breve periodo (in seguito a un rastrellamento) il Comando garibaldino di Vincenzo Moscatelli (v.). Attraverso i passi del Rosa, con l’aiuto di guide alpine e di contrabbandieri, negli ultimi mesi del 1943 si provvide all’espatrio clandestino di molte centinaia di militari alleati, salvandoli dai nazisti.
II significato ideale del Monte Rosa per il partigiano dell'Alto Piemonte si riflette nel titolo del noto libro di Pietro Secchia e Cino Moscatelli: il Monte Rosa è sceso a Milano. La Resistenza nel Biellese, nella Valsesia e nella Valdossola (Torino 1959).
F.O.Z.
« Monte Rosa », Divisione
Unità del cosiddetto « esercito di campagna » della Repubblica Sociale Italiana (v. Forze armate repubblichine). Costituita in Germania nel luglio 1944, aveva circa 19.000 effettivi tra ufficiali, sottufficiali e truppa, forniti per lo più da contingenti di prigionieri dell’esercito italiano deportati in Germania dopo l’8.9.1943 e, per il resto, da reclute presentatesi ai bandi fascisti o da renitenti condannati alla deportazione.
Il concentramento e l’addestramento degli uomini destinati a formare l’unità vennero compiuti nel campo di Munzingen a cura di istruttori tedesch[...]
[...]fficiali e truppa, forniti per lo più da contingenti di prigionieri dell’esercito italiano deportati in Germania dopo l’8.9.1943 e, per il resto, da reclute presentatesi ai bandi fascisti o da renitenti condannati alla deportazione.
Il concentramento e l’addestramento degli uomini destinati a formare l’unità vennero compiuti nel campo di Munzingen a cura di istruttori tedeschi e sotto direzione germanica. Concepita come divisione alpina, la « Monte Rosa » ebbe armamento tedesco e, di fatto, istruzioni per compiti di controguerriglia. Ne assunsero il comando, in successione, il colonnello Manfredini, il generale Ricci, il generale Cartoni e, per ultimo, il colonnello Milazzo.
Ordinata su 3 reggimenti: 1° Alpini (al comando del colonnello Farinacci, fratello di Roberto Farinacci)', 2° Alpini (colonnello Chierici, poi colonnelli Pasquali e Milazzo); 1° Artiglieria da montagna (tenente colonnello Binda e poi tenente colonnello Grossi), doveva recare
il n. 1 delle quattro divisioni organizzate e addestrate in Germania. Finì col recare il n.[...]