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Il segmento testuale Monte Rosa è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 19Entità Multimediali , di cui in selezione 41 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 810

Brano: « Monte Rosa », Divisione

La Divisione « Monte Rosa » durante la visita di Mussolini in Germania (Munzingen, 17.7.1944)

36 obici da 75/13 e altri da 105/17; 21 cannoni da fanteria da 57 mm; 36 tubi lanciarazzi anticarro).

Un giudizio diverso esprimeva invece il consigliere dell'ambasciata tedesca in Italia Friedrich Moellhausen, per il quale questa come le altre divisioni approntate in Germania non aveva armamento sufficiente. La propaganda repubblichina esaltò comunque la « Monte Rosa » come un organismo perfettamente a punto e come un « blocco di volontà » degli spiriti che la componevano.

L'arrivo in Italia

li 20.7.1944 la Divisione partì dalla Germania diretta verso la costa ligure. D’intesa con Kesselring, comandante supremo delle forze operanti in Italia, i tedeschi avevano deciso di schierarla insieme ad altre divisioni componenti l’Armata « Liguria » (comprendente il Corpo d'armata « Lombardia » e lo LXXXVI Corpo d’armata tedesco) lungo il litorale tra Genova e La Spezia (v. Italia, Campagna d’).

Non appena toccato il suolo italiano, la « Monte Rosa » regis[...]

[...]
li 20.7.1944 la Divisione partì dalla Germania diretta verso la costa ligure. D’intesa con Kesselring, comandante supremo delle forze operanti in Italia, i tedeschi avevano deciso di schierarla insieme ad altre divisioni componenti l’Armata « Liguria » (comprendente il Corpo d'armata « Lombardia » e lo LXXXVI Corpo d’armata tedesco) lungo il litorale tra Genova e La Spezia (v. Italia, Campagna d’).

Non appena toccato il suolo italiano, la « Monte Rosa » registrò i primi casi di diserzione e questi si moltiplicarono celermente. A metà settembre, in base a un rapporto di fonte tedesca, la Divisione aveva già avuto 1.015 disertori, equivalenti al 5,5% dell’intera sua forza. Taluni reparti avevano addirittura perso il 20% degli effettivi. Per giudicare i casi di indisciplina e diserzione il Comando istituì un tribunale divisionale a Chiavari: nel volgere di un paio di mesi furono da questo decise una decina di fucilazioni e inflitte altre pesanti condanne, ma l’emorragia dei ranghi non cessò.

Impegnati contro i partigiani delle valli del Tr[...]

[...]i catturati nel corso di azioni, e di distinguere tra queste truppe coatte (per la maggior par

te non costituite da fascisti convinti) e le milizie repubblichine.

Nel l’ottobre 1944 la Divisione fu trasferita in Garfagnana, alle dipendenze tattiche della XIV Armata tedesca, e inserita in linea tra la 139a e la 232a Divisione germanica, a difesa del settore SerchioApuane, tra il monte Corchia e la Nuda, a sudest del Passo delle Radici. La « Monte Rosa » lasciò tuttavia in Liguria un presidio di 2 battaglioni e 1 gruppo di artiglieria; essa aveva inoltre già inviato in Piemonte, alle dipendenze della 7a Divisione alpina tedesca attestata nelle Alpi, un « gruppo di combattimento » costituito dai battaglioni « Tirano » e « Bassano » e dal gruppo di artiglieria alpina « Vicenza ». Questi reparti rimasti in Piemonte furono assegnati alle dipendenze tattiche della Divisione « Littorio » e impiegati nelle zone operative partigiane.

Guerra antipartigiana

A integrazione dell’organico, la « Monte Rosa » assorbì un battaglione del 5° Reggimento[...]

[...]inoltre già inviato in Piemonte, alle dipendenze della 7a Divisione alpina tedesca attestata nelle Alpi, un « gruppo di combattimento » costituito dai battaglioni « Tirano » e « Bassano » e dal gruppo di artiglieria alpina « Vicenza ». Questi reparti rimasti in Piemonte furono assegnati alle dipendenze tattiche della Divisione « Littorio » e impiegati nelle zone operative partigiane.

Guerra antipartigiana

A integrazione dell’organico, la « Monte Rosa » assorbì un battaglione del 5° Reggimento della Divisione « San Marco » e il 285° Reggimento di granatieri tedeschi, mentre la sua artiglieria fu rinforzata con 3 gruppi di cannoni tedeschi da 105 mm.

Lo scarso mordente di queste truppe, lo stillicidio delle diserzioni e le cospicue complicità stabilite dai Comandi partigiani nelle file dei reparti, indussero i tedeschi alla massima diffidenza. Le unità, schierate in Garfagnana di fronte al corpo di spedizione brasiliano e poi alla 92a Divisione statunitense, tra il 26 e il 30.12.1944 presero parte a una limitata controffensiva locale sca[...]

[...] truppe, lo stillicidio delle diserzioni e le cospicue complicità stabilite dai Comandi partigiani nelle file dei reparti, indussero i tedeschi alla massima diffidenza. Le unità, schierate in Garfagnana di fronte al corpo di spedizione brasiliano e poi alla 92a Divisione statunitense, tra il 26 e il 30.12.1944 presero parte a una limitata controffensiva locale scatenata dai nazisti, operazione che

Il generale Carloni parla alle truppe della « Monte Rosa » (Munzingen, 17.7.1944)

810



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 809

Brano: « Monte Rosa », Divisione

sato la notte accanto alla piazzola della prima mitragliatrice puntata sulla strada di Almudebar, diede ordine a un’altra mitragliatrice di spostarsi in difesa dei fucilieri. Quindi prese un tascapane pieno di bombe e si diresse al fronte principale, ma fu mortalmente colpito da una raffica partita da un’autoblinda avanzata sulla strada.

I volontari italiani erano protetti da una discreta trincea, disgraziatamente non finita, mentre all’estrema sinistra vi erano dei semplici rialzi di terreno aggiustati un po’ per servire da riparo. Il fuoco nemico cresceva di intensità: il[...]

[...]rniti, di una coperta ogni 5 uomini. Ora che ci inoltriamo nella stagione autunnale avremo da preoccuparci seriamente della salute degli uomini ».

Per l’attività svolta durante la Guerra di liberazione è stato decorato della « Bronze Star ».

Dopo la Liberazione ha rivestito cariche politiche e sindacali in provincia di Parma.

Bibliografia: Guerrino Franzini, Storia della Resistenza reggiana, a cura deH'A.N.P.L di Reggio Emilia, 1966.

Monte Rosa

Massiccio montuoso delle Alpi Pennine, culminante con la Punta Dufour (4.638 m s.l.m.) e traversato dal confine italosvizzero. Sul versante italiano ne discendono, allargantisi a ventaglio, la valle Anzasca (in provincia di Novara) e la Vaisesia (in provincia di Vercelli), già sede di stanziamenti etnici tedescovallesani durante l’Alto Medioevo (sono ancora presenti vestigia dell’antica lingua « walser », sia nel dialetto che nella toponomastica). Durante la Guerra di liberazione operarono in queste valli importanti forze partigiane: nell’alta valle Anzasca, zona di Macugnaga, la 83a Briga[...]

[...] durante l’Alto Medioevo (sono ancora presenti vestigia dell’antica lingua « walser », sia nel dialetto che nella toponomastica). Durante la Guerra di liberazione operarono in queste valli importanti forze partigiane: nell’alta valle Anzasca, zona di Macugnaga, la 83a Brigata Garibaldi « Comoli », comandata da Dino Vicario (Barbis); nell’alta Valsesia presso Cervarolo, subito dopo l’8 settembre un gruppo di garibaldini al comando delle guide del Monte Rosa Giacomo Chiara (Jocu) e Leo Colombo;

in vai d’Ayas, il gruppo del tenente Cristoforo Cugnod (Rocco). Nell’alta Valsesia, a Rimella, nella primavera 1944 risiedette per breve periodo (in seguito a un rastrellamento) il Comando garibaldino di Vincenzo Moscatelli (v.). Attraverso i passi del Rosa, con l’aiuto di guide alpine e di contrabbandieri, negli ultimi mesi del 1943 si provvide all’espatrio clandestino di molte centinaia di militari alleati, salvandoli dai nazisti.

II significato ideale del Monte Rosa per il partigiano dell'Alto Piemonte si riflette nel titolo del noto libro di Piet[...]

[...]l gruppo del tenente Cristoforo Cugnod (Rocco). Nell’alta Valsesia, a Rimella, nella primavera 1944 risiedette per breve periodo (in seguito a un rastrellamento) il Comando garibaldino di Vincenzo Moscatelli (v.). Attraverso i passi del Rosa, con l’aiuto di guide alpine e di contrabbandieri, negli ultimi mesi del 1943 si provvide all’espatrio clandestino di molte centinaia di militari alleati, salvandoli dai nazisti.

II significato ideale del Monte Rosa per il partigiano dell'Alto Piemonte si riflette nel titolo del noto libro di Pietro Secchia e Cino Moscatelli: il Monte Rosa è sceso a Milano. La Resistenza nel Biellese, nella Valsesia e nella Valdossola (Torino 1959).

F.O.Z.

« Monte Rosa », Divisione

Unità del cosiddetto « esercito di campagna » della Repubblica Sociale Italiana (v. Forze armate repubblichine). Costituita in Germania nel luglio 1944, aveva circa 19.000 effettivi tra ufficiali, sottufficiali e truppa, forniti per lo più da contingenti di prigionieri dell’esercito italiano deportati in Germania dopo l’8.9.1943 e, per il resto, da reclute presentatesi ai bandi fascisti o da renitenti condannati alla deportazione.

Il concentramento e l’addestramento degli uomini destinati a formare l’unità vennero compiuti nel campo di Munzingen a cura di istruttori tedesch[...]

[...]fficiali e truppa, forniti per lo più da contingenti di prigionieri dell’esercito italiano deportati in Germania dopo l’8.9.1943 e, per il resto, da reclute presentatesi ai bandi fascisti o da renitenti condannati alla deportazione.

Il concentramento e l’addestramento degli uomini destinati a formare l’unità vennero compiuti nel campo di Munzingen a cura di istruttori tedeschi e sotto direzione germanica. Concepita come divisione alpina, la « Monte Rosa » ebbe armamento tedesco e, di fatto, istruzioni per compiti di controguerriglia. Ne assunsero il comando, in successione, il colonnello Manfredini, il generale Ricci, il generale Cartoni e, per ultimo, il colonnello Milazzo.

Ordinata su 3 reggimenti: 1° Alpini (al comando del colonnello Farinacci, fratello di Roberto Farinacci)', 2° Alpini (colonnello Chierici, poi colonnelli Pasquali e Milazzo); 1° Artiglieria da montagna (tenente colonnello Binda e poi tenente colonnello Grossi), doveva recare

il n. 1 delle quattro divisioni organizzate e addestrate in Germania. Finì col recare il n.[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 811

Brano: Monte San Martino

La consegna della bandiera ai reparti della « Monte Rosa » (Miinzingen, 17.7.1944)

peraltro non ebbe effetti al di là di quelli comunemente attribuiti alle offensive di « alleggerimento ».

In Piemonte e in Liguria, l’impiego precipuo dei reparti della « Monte Rosa » consistette nel controllo dei punti dell'arco alpino che, di fatto, erano inaccessibili durante la stagione invernale (in realtà non videro combattimenti, ma solo sporadiche azioni di pattuglia). Il grosso dei reparti fu invece adibito a operazioni di rastrellamento antipartigiano e a presidio dei piccoli centri sulle vie di comunicazione dal confine verso la pianura, attorno ai quali gravitavano le bande alpine. In seno al Battaglione « Bassano » fu creata una apposita « squadra antipartigiana », al comando del tenente Adami (detto Pavan), con incarichi di spionaggio e di incursioni contro[...]

[...]io dei piccoli centri sulle vie di comunicazione dal confine verso la pianura, attorno ai quali gravitavano le bande alpine. In seno al Battaglione « Bassano » fu creata una apposita « squadra antipartigiana », al comando del tenente Adami (detto Pavan), con incarichi di spionaggio e di incursioni contro le basi partigiane.

Il sopravvenire della primavera del 1945, con la ripresa su vasta scala dell’offensiva partigiana, vide le forze della « Monte Rosa » impegnate a fronteggiare gli attacchi delle formazioni per cercare di contenerne la spinta, non rifuggendo dal mettere in pratica, contro le popolazioni valligiane che sostenevano i « ribelli », gli stessi metodi terroristici delle Brigate nere e delle

S.S..

Sul finire del febbraio, l’avanzata degli Alleati dall’Italia centrale fece rifluire in Piemonte e in Liguria anche il Comando e gli altri reparti della Divisione. L’intera unità era tuttavia in progressivo sfaldamento e i Comandi stentavano ad arginare le diserzioni. Misure draconiane furono prese nel tentativo di bloccare un pro[...]

[...]rovò la Divisione in preda ai sintomi del collasso. Ancor prima che scattasse l’ordine di insurrezione per le unità partigiane, comandanti come il maggiore Molinari del « Bassano » presero segretamente contatto con i partigiani della zona (valle Maira e valle Varaita) offrendo la resa incondizionata dei propri reparti e chiedendo soltanto garanzie per la propria incolumità personale. L’insurrezione non registrò alcuna resistenza da parte della « Monte Rosa ». La Divisione si arrese reparto per reparto, senza colpo ferire. Gli elementi dei gruppi antipartigiani che avevano particolarmente infierito con la lóro attività furono processati e giustiziati dai partigiani (così avvenne per l'Adami e per alcuni componenti della sua squadra, fucilati a Saluzzo). La stragrande maggioranza dei militari fu invece immediatamente rinviata alle rispettive residenze, con salvacondotti forniti dagli stessi comandi del C.V.L..

M.Gi.

Bibliografia: Storia delle Forze Armate della R.S.I., Milano 1967; F. Moellenhausen, La carta perdente. Memorie diplomatiche, [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 254

Brano: [...]a, Eccidio di

Comune di 2.700 abitanti (800 nel capoluogo) in provincia di Cuneo, durante la Guerra di liberazione La Morra fu vittima di una dura rappresaglia da parte fascista.

Tra i numerosi rastrellamenti effettuati in quella zona, caratterizzata da intensa attività partigiana, il più sanguinoso si ebbe il 29.8.1944 allorché, sferrato un attacco in territorio di San Bartolomeo di Cherasco, un migliaio di repubblichini della Divisione « Monte Rosa », passato il Tanaro, costituirono sulla riva destra del fiume quattro teste di ponte e, da lì, iniziarono un rastrellamento procedendo lungo quattro direttrici.

Due distaccamenti della 104a Brigata Autonoma « Bra » e altri due della 48a Brigata Garibaldi, in tutto circa 300 partigiani, benché insufficienti a impedire l’avanzata nemica, favoriti dalla posizione manovrarono così abilmente che, dopo cinque ore di scontri, gli alpini della « Monte Rosa » accusarono la perdita di 58 uomini e furono costretti a chiedere urgenti rinforzi. Da Pollenzo e Alba mossero così altre due colonne fasciste, nell’intento di sorprendere alle spalle i partigiani. La nuova minaccia indusse il Comando della 104a Brigata « Bra » a ordinare lo sganciamento.

Erano le 11 del mattino e la giornata avrebbe potuto considerarsi vittoriosa per i partigiani (che avevano avuto soltanto 1 morto e 6 feriti) se poco dopo, nel ripiegamento, un distaccamento della 48a Brigata non si fosse imbattuto, nei pressi di La Morra, con i rinforzi repubblichini provenienti da Alba[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 102

Brano: [...] 24.11.1944, — questi sono stati pregati di esporre per iscritto le loro idee e i loro desideri circa la funzione della scuola di fronte al problema dell’educazione del popolo italiano ».

Sul piano militare, durante i mesi della “repubblica partigiana” fu intensificata l’attività contro i nazifascisti, fino a ridurre quasi allo sfascio (soprattutto grazie alle diserzioni spontanee sempre più frequenti) i reparti della Divisione repubblichina “Monte Rosa” (v.) dislocati in queste zone.

Il contrattacco nemico

La pericolosità rappresentata dal concentramento di tante forze partigiane su un territorio che, in vista della ritirata dalla Linea Gotica, diveniva strategicamente di primaria importanza, spinse i Comandi tede

schi a predisporre un contrattacco su vasta scala. Fra il 22 e il 29 agosto circa 5.000 uomini della Wehrmacht e delle forze armate repubblichine cercarono di ristabilire il controllo sui transiti tra la Liguria e la valle del Po. Questa manovra, concepita a tenaglia e da più direzioni, venne però efficacemente contrastat[...]

[...]ontrattacco su vasta scala. Fra il 22 e il 29 agosto circa 5.000 uomini della Wehrmacht e delle forze armate repubblichine cercarono di ristabilire il controllo sui transiti tra la Liguria e la valle del Po. Questa manovra, concepita a tenaglia e da più direzioni, venne però efficacemente contrastata dai partigiani e, quantunque il nemico occupasse i fondovalle, non riuscì a disgregare le formazioni. Anzi, proprio in questa fase deh la lotta la “Monte Rosa” registrò il più alto numero di diserzioni: il

4.11.1944 l'intero Battaglione “Vestane”, ufficiali compresi, si consegnò con armi e bagagli ai partigiani della “Cichero”. Nei giorni successivi le formazioni ebbero poi modo di contrattaccare e di riprendere il controllo della “zona libera”, allargandola al Varzese (dove le forze partigiane si erano riorganizzate, dando vita alla Divisione Garibaldi “Aliotta”).

L'assoluta necessità dei tedeschi di tenersi aperte le vie di ritirata al Nord li costrinse a rinnovare con più vigore l’offensiva: dal 23 novembre una nuova operazione a vasto rag[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 274

Brano: [...]i 17 civili; a Sidolo, dove il 20 luglio furono uccisi 3 sacerdoti e 5 civili; e a Cereseto (Compiano), data alle fiamme nello stesso giorno. A Cereseto furono fucilati alcuni civili (tra cui Pio R a petti, Giovanni Rapetti, Eliseo Gonzaga) e deportati una trentina di giovani. Il 21 luglio, in località Poggio di Credarola, furono fucilati Gildo Negro e Giulio Serventi, catturati durante il rastrellamento.

L’8.10.1944, reparti fascisti della « Monte Rosa », della Decima M.A.S., delle Brigate nere e unità tedesche, per un complesso di 4.000 uomini, tentarono di circondare la Brigata « Vanni » e il Battaglione « Val di Vara », dislocati nella zona del Calicese. I combattimenti si protrassero per tre giorni. I partigiani persero 47 uomini tra morti e feriti, ma sfuggirono aH’accerchiamento. Nella battaglia si distinse Gerolamo Spezia: gravemente ferito, continuò a tenere la posizione sino a quando fu colpito a morte, permettendo la ritirata ai compagni (sarà decorato di medaglia d’oro al valor militare alla memoria).

I nazifascisti ripresero [...]

[...]ccini » (v.) perse la vita Rudolf Jacobs (v.).

Nella notte tra il 31.12.1944 e l’1.1.1945, reparti della «Gramsci» attaccarono l’intera zona da Padivarma a Carrodano, infliggendo perdite ai nazifascisti. Questi reagirono il 20 gennaio con un grande rastrellamento, avente l’obiettivo di distruggere tutta l’organizzazione partigiana della vallata del Magra. Parteciparono all’impresa reparti della VI Divisione di fanteria tedesca, alpini della « Monte Rosa », bersaglieri della Divisione « Italia », le Brigate nere di Carrara, La Spezia, Chiavari, la Decima M.A.S. e reparti mongoli, per un complesso di circa 20.000 uomini.

Manifestazione fascista a La Spezia per il giuramento alla repubblica di Salò (9.2.1944)

274



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 32Appendice con numerazione propria (Monografia/libro

Brano: [...]attaglia di; in Forlì: Guerra di liberazione.
Zanelli Elio E.Za.
Manouchian, Misaak; Maquis; Paggi, Mario.
Zangrandi Ruggero R.Za.
Antifascismo giovanile e studentesco; Antifascismo giovanile organizzato.
Zanni Ernesto Er.Zan.
Pescara.
Zanon Dal Bo Agostino A.Z.D.B. o A.Z.D.
Porto Marghera; Trentin, Silvio; Valeri, Diego; Vittorio Veneto.
Zocchi Lino L.Zo.
Gamia, Zona libera della.
Zorini Francesco Omodeo F.O.Z.
Lumellogno; Mai esco; Monte Rosa; Montrignasco, Imboscata di; Moscatelli, Vincenzo; Muneghina, Mario; Musati, Attilio; Musolishvili, Por e; Novara; Omegna; Orta, Lago di; Ossola, Giacomo Leone; Peron, Maria; Pizio, Gaudenzio; Rabellotti, Divisione; Rabellotti, Remo; Rossini, Aldo; Rutto, Bruno; Ti baldi, Ettore.



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 16Appendice con numerazione propria (Monografia/libro

Brano: [...]Guglielmi, Gino; Guinea; Guinea Portoghese; Ceva; Juvénal, Max; KuKluxKlan; Langhe, Zona libera delle; Lanzo, Zona libera di; Lega Musulmana; Lerda, Giuseppe Vittorio; in Liberale Italiano, Partito: I liberali nella Resistenza; Luglio, 25; Luogotenenza del Regno; Lussu, Emilio; Maccartismo; Macciarauti, Amilcare; Maira, Valle; Malan, Roberto; Marcellin, Maggiorino; Marcia su Roma; Mautino, Felice Giovanni; Minetto, Lorenzo; Monarchico, Partito; "Monte Rosa”, Divisione; Monti, Augusto; Montoso; Mussa Ivaldi Vercelli, Carlo; Nitti, Francesco Saverio; Non intervento; Nuovo Risorgimento Italiano; Omodeo, Adolfo; Operti, Raffaello; Oriani, Alfredo; Ormea; Paletta, Gaspare; Parri, Ferruccio; Piceli}, Guido; Rapelli, Giuseppe; Reale, Oronzo; Reale, Vito; Riboldi, Ezio; Rocca, Giovanni; Rocca, Massimo; Rocchi, Zeno; Rodino, Giulio di Miglione; Romita, Giuseppe; Ronza, Carlo; Rossi, Cesare; Rossoni, Edmondo; Rugginenti, Paliante; Ruini, Bartolomeo (Meuccio); *Sabato fascista"; Sacerdote, Gustavo; Saitta, Vincenzo; Sai ucci, Arturo; Salvatorelli, Luigi; [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 89

Brano: [...]della Brigata.

Durante un rastrellamento che nel gennaio 1945 colpì l’intera valle di Susa, Tonani guidò la ritirata di 430 garibaldini che raggiunsero le cascine sparse nei dintorni di Torino. Rimasto poi in montagna a combattere con il Distaccamento “Faleschini”, venne gravemente ferito in località Madonna della Bassa. Riuscì tuttavia a riorganizzare tre gruppi di pochi compagni, continuamente attaccati dai reparti della Divisione fascista “Monte Rosa” e, il 23 marzo, partecipò a un'azione che, in prossimità di Favella, mise in fuga un gruppo di rastrellatori, catturandone tutto il materiale.

Il 29 marzo una colonna nemica forte di 1200 uomini sorprese Tonani nella baita dove si trovava con il comando della Brigata. Mentre egli cercava di portare in salvo il suo vicecomandante (Sergio Rapuzzi di Cremona) rimasto ferito, venne a sua volta gravemente colpito. Rapuzzi sarà poi trovato ucciso da colpi di pistola alla testa, mentre Tonani si spegnerà il giorno dopo.

II suo nome venne assunto dalla

III Divisione Garibaldi dislocata nell[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 642

Brano: [...]stessa fanatica e cieca obbedienza ai suoi ordini. Sorsero così aH’interno delle WaffenSS le SS italiane, al comando di ufficiali superiori tedeschi, ma composte da organici misti italotedeschi per quanto riguardava ufficiali inferiori, sottufficiali e truppa. A parte gli addetti specificatamente a funzioni di polizia (Polizia SS italiana), le SS italiane furono comprese nella Wehrmacht: quando, a fine luglio

1944, con la IV Divisione Alpina “Monte Rosa” (v. Forze armate repubblichine) e la III Divisione “San Marco” fu costituita l’Armata “Liguria”, le SS italiane entrarono a far parte di questa grande unità. Esse furono via via inquadrate in battaglioni della Milizia Armata (Waffen Miliz), nella Legione SS Italiane, nella I Brigata d’assalto (I Sturmbrigade der Ital. SS Freiwilligen). Agli inizi dell’autunno 1944 da questi reparti si formò la WaffenGrenadierBrigade der SS (Italienische Nr. 1) che infine, nel marzo

1945, cambiò il nome in 29a WaffenGrenadierDivision der SS (Italienische Nr. 1). Queste unità furono costituite in parte con [...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Monte Rosa, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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